Contrattura capsulare

la contrattura capsulare periprotesica

Le protesi mammarie sono formate da un morbido gel interno contenuto in un involucro di silicone medical grade. Questo materiale è molto biocompatibile in quanto il silicone medico trova diverse applicazioni sia in medicina che in chirurgia.

Una volta posizionata la protesi mammaria avviene, come reazione normale del corpo, che l’impianto venga circondato da una pellicola fibrosa che si forma in pochi giorni, tappezzando la tasca all’interno della quale è alloggiata la protesi.

Bisogna precisare che questa reazione fibrosa (capsula periprotesica) riveste un ruolo positivo nella mastoplastica additiva, sia perché isola la protesi stessa dalle strutture anatomiche circostanti, sia perché evita il dislocarsi dell’impianto. Le protesi di ultima generazione sono garantite a vita dalla rottura spontanea, e se per caso ciò si verificasse, sarebbe grazie proprio alla capsula che il gel di silicone fuoriuscito non venga a contatto con l’organismo.

Da considerare che la completa adesione della capsula ai tessuti circostanti limita la ptosi della mammella per cui funziona come una specie di “reggiseno” interno. Purtroppo a volte può capitare che la reazione dell’organismo non è cosi favorevole per cui la capsula periprotesica che si forma tende a diventare piu’ spessa fino a contrarsi e far diventare la mammella poco naturale e di forma anomala.

La contrattura capsulare è la complicanza più frequente dell’intervento di mastoplastica additiva e per tale motivo, anni fa, il Dr. Beker tentò una classificazione del fenomeno, anche se non è facile definire a parole una sensazione tattile e quindi la maggior consistenza della mammella.

CLASSIFICAZIONE DI BEKER:

1° grado di Beker: protesi non palpabili e non visibili, quindi mammella molto naturale.

2° grado di Beker: mammelle normali all’ispezione, ma appena percettibile da mani esperte la presenza di una maggior consistenza mammaria. Questa condizione è generalmente ben accettata dalle pazienti.

3° grado di Beker: la protesi oltre che palpabile è anche visibile per cui si viene a perdere la gradevolezza estetica.

4° grado di Beker: le mammelle appaiono di una certa consistenza a volte anche deformi e dolenti.

La formazione della contrattura capsulare negli anni 80 aveva un’incidenza del 25-30% ma nel corso del tempo tale percentuale si è ridotta, ad oggi, fino al 5-9% grazie alle protesi di quinta generazione che sono composte da un rivestimento in silicone micro testurizzato e internamente contengono un gel di maggior consistenza per cui il tutto ha contribuito alla notevole riduzione del fenomeno.

Quando la formazione della capsula periprotesica porta ad una forte compromissione estetica della/e mammella/e è necessario intervenire chirurgicamente attraverso la stessa incisione per eliminare la capsula e di conseguenza sostituire la protesi.

Per cercare di ridurre l’eccessiva reazione del corpo nei processi di cicatrizzazione che forma la capsula periprotesica, è necessario dopo l’intervento eseguire dei massaggi sulle mammelle seguendo le modalità consigliate dal chirurgo.

Sempre per cercare di limitare la reattività dei tessuti, alla paziente viene consigliata, dopo l’intervento, l’assunzione di un farmaco (Accoleit) per 3-4 mesi.

Deve essere chiaro che le suddette procedure post-operatorie non sono in grado di prevenire la formazione della capsula periprotesica ma possono aiutare a ridurre la probalità che ciò si verifichi.

 

SEDE CONSIGLIATA IN BASE AL LUOGO DI RESIDENZA:

 

Contrattura capsulare a Verona, Treviso, Vicenza, Rovigo, Schio, Bassano del Grappa (Veneto) in queste sedi:

  • CENTRO DI MEDICINA (Padova)
  • CENTRO DI MEDICINA (Vicenza)
  • POLIAMBULATORIO SS. TRINITA'(Schio)
  • POLIAMBULATORIO SAN GAETANO (Thiene)